Il lavoro nell’era dell’innovazione digitale

L’aumento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo riguardanti l’offerta di prodotti e servizi suggerisce sempre con maggior chiarezza che nei prossimi anni ci saranno grandi cambiamenti riguardo la futura domanda di lavoratori e di competenze da parte delle imprese.

Le aziende stanno già avvertendo gli effetti del passaggio al digitale nelle proprie attività e la familiarità con i software sta diventando ormai un requisito fondamentale anche per i manager.

Le prospettive più favorevoli in futuro saranno infatti per i lavoratori che hanno le conoscenze per gestire l’automazione e le competenze per colmare il divario tra la tecnologia e le esigenze dei clienti.

Un’abilità chiave per le aziende sarà proprio quella di canalizzare questa creatività nell’offerta di prodotti e servizi, in modo da creare valore aziendale ed al contempo generare nuova occupazione.

La ricerca si sta spostando quindi sempre più verso lo sviluppo di software e servizi per consentire la differenziazione e l’adattabilità dei prodotti, migliorare le esperienze e rispondere alle nuove esigenze dei clienti, fornendo un valore aggiunto e una migliore usabilità.

Per supportare questa transizione, le imprese si stanno adeguando a standard e aspettative in rapido cambiamento, concentrando la maggior parte delle spese sull’ingegneria elettrica e meccanica.

I motivi principali sono la ricerca di margini più elevati, il desiderio di accedere a mercati non sfruttati, la necessità di ridurre i costi operativi e il desiderio di collegare la digitalizzazione al business.

Indipendentemente dal settore produttivo in cui operano, le aziende stanno infatti scoprendo, oltre alle nuove sfide culturali e manageriali, la necessità di adattare i propri modelli di business per impiegare in modo efficace e produttivo le innovazioni, sia sul fronte dell’hardware che del software.

In questo contesto il design thinking e le metodologie agili, possono aiutare a colmare il tempo di sviluppo e il time-to-market delle offerte di servizi e prodotti.

Offrire eccellenti prodotti è oggi più che mai un must per competere nel mercato. Le “funzionalità”, come capacità di soddisfare le esigenze specifiche dei clienti, sono i fattori che differenziano le aziende, creano vantaggio competitivo e generano nuovi flussi di entrate, offrendo le possibilità per reimmaginare la value proposition e il modello di business che le supporta.

 

Intelligenza artificiale e apprendimento automatico, quali le differenze

C’è ancora molta confusione tra i concetti di apprendimento automatico e intelligenza artificiale. Molti si riferiscono infatti ancora all’AI e al Machine Learning come a concetti equivalenti e li utilizzano indifferentemente come nozioni parallele.

Ma l’apprendimento automatico è semplicemente un ramo dell’intelligenza artificiale, un sistema per ottenerla. Un modo in cui il software analizza i dati, ne riconosce le caratteristiche e “impara” dal loro esame.

Tom M. Mitchell, professore ed ex presidente del dipartimento di apprendimento automatico presso l’Università Carnegie Mellon, lo descrive come “lo studio degli algoritmi informatici che migliorano automaticamente attraverso l’esperienza”.

L’apprendimento automatico infatti si basa sull’analisi di grandi serie di dati, esaminati e confrontati per individuare modelli comuni. L’intelligenza artificiale invece riguarda tutte le macchine computazionali in grado di eseguire compiti caratteristici dell’intelligenza umana. Comprende una considerevole quantità di progressi tecnologici e l’apprendimento automatico è solo uno di questi.

Il termine “intelligenza artificiale” è stato concepito negli anni ‘50 da un gruppo di ricercatori tra cui Allen Newell e Herbert A. Simon. Da subito i ricercatori si mostrarono molto fiduciosi fino a quando negli anni ’70 iniziarono a incontrare serie difficoltà e gli investimenti subirono abbondanti riduzioni. Un periodo difficile, conosciuto come l’inverno dell’intelligenza artificiale, nonostante alcuni grandi successi come il sistema Deep Blue di IBM, un computer a parallelismo massivo in grado di calcolare 200 milioni di posizioni al secondo, che sconfisse in una memorabile sfida l’allora campione mondiale di scacchi.

L’apprendimento automatico ha raggiunto ultimamente notevoli traguardi in relazione all’intelligenza artificiale. Enormi quantità di dati raccolti da infinità di sensori presenti nellInternet of Things, migliorano e continueranno sempre più a migliorare l’AI.

 

Tenere il passo con la tecnologia sul posto di lavoro

Insieme ai progressi dell’informatica, dell’intelligenza artificiale e della robotica, la tecnologia nei nostri luoghi di lavoro sta cambiando a un ritmo sempre più rapido.

Dai sistemi monolitici del passato che gestivano l’intera azienda fino alle odierne applicazioni basate sul cloud, accessibili e gestibili in tempo reale da tablet e smartphone, tutto sembra cambiare da un giorno all’altro.

Ora, oltre a mantenere il know-how tecnico, manager e professionisti devono quindi assicurarsi di rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie, per la gestione e l’adeguamento continuo delle proprie attività.

Il volume di dati che siamo in grado di raccogliere nelle nostre organizzazioni è infatti notevole. Interagiamo continuamente con i clienti, dalle vendite, all’assistenza clienti e sui social.

Grazie all’avanzamento dei dispositivi e delle piattaforme software ci sono inoltre nuovi modi per interagire con i membri del team e i colleghi.

Sono sempre in aumento le applicazioni software e i sistemi operativi con funzioni di chat e video integrate che consentono alle persone di vedere e comunicare con chi è online e disponibile.

L’aggiornamento rispetto ai progressi tecnologici è quindi una parte sempre più importante del ruolo di un manager.

I migliori manager sono infatti sempre alla ricerca di nuove funzionalità che consentano loro di servire i propri clienti, interni ed esterni, in modo più efficace, migliorando il rendimento e riducendo i costi.

Sono innumerevoli i modi in cui un manager può rafforzare la sua conoscenza in materia. Ad esempio può leggere le pubblicazioni, i quotidiani e i periodici che presentano le modalità con le quali le aziende innovative applicano i nuovi sistemi.

Oppure partecipare agli eventi al di fuori del proprio settore e visitare gli stand in cui vengono esposte le novità tecnologiche, oltre a seguire sui social gli esperti di tecnologia e di business. Ma anche approfittare di ogni opportunità di formazione offerta dai fornitori di software della propria azienda.

È facile infatti perdere la cognizione del mondo esterno quando siamo al sicuro dietro le mura delle nostre organizzazioni.

In questo modo molti manager sviluppano una visione ridotta, facendo affidamento solo sui membri del proprio team, escludendo il resto del mondo, in continua evoluzione, in cui viviamo.

È fondamentale invece tenersi aggiornati sugli ultimi sviluppi tecnologici e lavorare con il proprio team per esplorare, sperimentare e adottare nuove tecnologie che possano avvantaggiare la propria attività.

 

Workshop di Confindustria Livorno Massa Carrara: “INDUSTRIA 4.0: DA OPPORTUNITA’ A NECESSITA’”

La rivoluzione digitale in corso a livello globale sta imponendo un ripensamento radicale nel modo in cui le imprese, di tutte le dimensioni e operanti in tutti i settori, generano e trattengono valore aggiunto al proprio interno. Il workshop organizzato dal Coordinamento Multinazionali e Grandi Imprese di CONFINDUSTRIA LI MS, si terrà il prossimo 26 Novembre a Livorno e coinvolge imprese associate che hanno già avviato con successo un percorso di trasformazione digitale, oltre a partner strategici, come la Scuola Superiore S. Anna, che saranno di supporto per affrontare il tema.

Per tutti i dettagli e per iscriversi al workshop, è possibile consultare il programma dell’iniziativa.