Vivere in un mondo “immateriale”

La tecnologia sta rapidamente cambiando il mondo che viviamo. Il “mondo delle cose” è una realtà che nessuna società può più permettersi di ignorare. Ogni cosa tradizionale, che fino ad oggi era familiare, presto cesserà di esistere, a favore di una nuova realtà, non più basata sul prodotto finale ma sulla sua idea.

Nel 1998 Kodak aveva 170.000 dipendenti e vendeva l’85% di tutta la carta fotografica nel mondo. Qualcuno poteva immaginare che solo pochi anni dopo i consumatori l’avrebbero abbandonata per il digitale?

Un valido esempio ci viene fornito dall’industria della moda. Il designer industriale Joshua Harris ha deciso di intraprendere un nuovo progetto: una stampante 3D che consente di riprodurre vestiti virtuali, acquistati online. L’obiettivo è quello di affrontare la rapida urbanizzazione della popolazione che probabilmente porterà, nei decenni futuri, ad una carenza di spazio nelle unità abitative urbane. La stampante di abiti, che si prevede sarà disponibile entro il 2050, ridurrebbe infatti la necessità di armadi, lavatrici e asciugatrici e, a livello industriale, eliminerebbe lo spazio utilizzato per i magazzini. Questi dispositivi rappresentano quindi una grande rivoluzione ecologica: oltre ad essere in grado di riciclare indumenti per crearne di nuovi, utilizzando fibre provenienti da vecchi abiti, rimuovono anche la necessità dell’intermediario per la consegna e l’inquinamento che ne consegue.

La transizione completa di molti settori economici e sociali da offline a online sta diventando inevitabile. Alcuni progettisti ucraini stanno già utilizzando un servizio chiamato Kwambio, una piattaforma di produzione che consente a qualsiasi utente di acquisire e replicare le proprie creazioni, gioielli o oggetti di design, utilizzando la tecnologia di stampa 3D, offrendo opzioni di personalizzazione senza precedenti.

Una produzione su richiesta quindi, dove l’utente sceglie il disegno da stampare, riducendo al minimo l’impatto ambientale, diminuendo il costo e rimodellando il futuro degli oggetti di uso quotidiano.

Gli analisti prevedono che entro il 2020 saranno connessi a Internet 30 miliardi di elettrodomestici e nei 5 anni successivi saliranno fino a 50 miliardi. Siamo sulla cresta dell’Industria 4.0, dove la simbiosi tra elettronica e software renderà ogni dispositivo domestico sempre più “intelligente”, in grado non solo di eseguire una serie di funzioni specifiche, ma anche di analizzare la situazione circostante, accumulare dati e produrre soluzioni su misura.

Tutti gli ambiti sociali che potranno essere digitalizzati lo saranno: istruzione, sport, assistenza sanitaria. Le aziende farmaceutiche stanno già lavorando ad un apparecchio che, scansionando la retina dell’occhio e analizzando la composizione del sangue, sarà in grado di identificare qualsiasi malattia sulla base di 54 parametri biologici. I produttori promettono inoltre di rendere il dispositivo e le relative cure mediche automaticamente accessibili, per garantire una valida assistenza a tutto il pianeta.

Le nuove tecnologie informatiche sono inoltre già in grado di rendere la didattica più interessante, efficace e produttiva. L’apprendimento consisterà sempre più in un mix di programmi educativi per computer, libri elettronici e lezioni online. Un esempio di successo è Coursmos, una piattaforma per l’istruzione online specializzata in corsi di breve durata, video lezioni di non più di cinque minuti l’una.

Nel 2016 ha già vantato oltre 36.500 corsi e ha attirato circa 2.000.000 di utenti, fornendo corsi divisi per categorie tematiche, abbracciando ogni ambito di conoscenza, dall’arte alla scienza senza trascurare l’educazione aziendale e la cucina.

Gli analisti prevedono che, fra soli 5 anni, il mercato IoT varrà 14,5 miliardi. Una cifra destinata a crescere, aprendo la strada a nuove applicazioni e specializzazioni. La disponibilità di informazioni e le possibilità tecnologiche offrono enormi risorse a chiunque sia pronto a creare e a produrre qualcosa di nuovo o a migliorare ciò che già esiste. Non c’è momento migliore per iniziare a lavorare in questa direzione. Benvenuti nel mondo “immateriale” del futuro!