Giocando a programmare

Gli sviluppi della quarta rivoluzione industriale sono ormai sotto gli occhi di tutti, non solo degli addetti ai lavori e offrono formidabili opportunità a chi è in grado di acquisire le competenze indispensabili per sfruttare al massimo questo importante cambiamento.

Oltre alla formazione per le aziende (con il credito di imposta per le spese dedicate alla formazione del personale sulle nuove tecnologie), è necessario quindi per ogni cittadino entrare in confidenza con il mondo delle competenze digitali e della robotica il più presto possibile, se possibile fin da giovanissimi.

In molte scuole del mondo la robotica educativa è già una realtà consolidata. Un approccio nuovo che utilizza i robot non solo per l’insegnamento delle discipline scientifiche STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e della programmazione, ma soprattutto nella microrobotica, con l’utilizzo dei robot per rendere più efficace l’apprendimento.

Robotica educativa significa infatti apprendere con un metodo diverso da quelli tradizionali, grazie a macchine intelligenti. Una logica di insegnamento che ha iniziato a diffondersi anche nelle scuole italiane.

Riguardo ai robot programmabili, tra le tante alternative offerte oggi, troviamo anche un ottimo prodotto fornito da un’azienda italiana leader nel mondo per i giochi educativi. Si chiama DOC ed è uno smart toy, un robot parlante e programmabile, che allena il pensiero logico e che insegna ai bambini dai 5 agli 8 anni le basi della logica e della programmazione mediante il gioco ed il divertimento.  Ha una forma umanoide è alto 31 centimetri e si muove su due ruote. Ha occhi a led e quattro tasti direzionali programmabili per farlo muovere su due percorsi predefiniti: uno dei quali riproduce la mappa di una città, mentre l’altro permette ai più  piccoli di familiarizzare con i colori ed i nomi degli animali. Può riconoscere la propria posizione e correggere eventuali errori e può  essere utilizzato anche in modalità libera, creando ogni volta un percorso diverso che è il primo e più prezioso insegnamento: esistono molti modi per risolvere un problema, ma la strada più lunga è anche quella con la più alta percentuale di errori (bug).

La programmazione (coding) dovrebbe già essere presente nei programmi scolastici di tutte le scuole primarie, al fianco della lingua inglese e di quella italiana. In un futuro sempre più gestito da macchine intelligenti, è una necessità,  più che una sfida, poter insegnare alle giovani generazioni ad approcciarsi ai problemi in modo analitico e sistematico.

Sono ormai lontani i tempi in cui i robot trovavano impiego solo in settori ben definiti e strutturati del sistema produttivo. Ben presto gli automi saranno diffusi in tutti gli ambiti della nostra vita, al nostro fianco, non solo sul lavoro ma anche in casa e negli ambienti cittadini. Anche per questo la prossima generazione dovrà essere in grado di conoscerli e gestirli.