Nell’ultimo censimento permanente realizzato nel 2019, l’ISTAT ha sondato il tema della “maturità digitale” delle imprese, valutando gli investimenti in infrastrutture digitali (connessione a Internet, cloud, ecc.), insieme agli investimenti più specializzati (Big Data, IoT, simulazione, ecc.).
Ne è derivato un report su “Digitalizzazione e tecnologie nelle imprese italiane”, che ha evidenziato come la maggior parte delle imprese abbia dato priorità soprattutto ad investimenti infrastrutturali (connessione internet, cloud, software gestionali, cybersecurity). In particolare l’indagine ha verificato l’esistenza di 4 tipologie di imprese:
- Asistematiche (28,5% del totale): hanno adottato almeno un software gestionale e fatto investimenti in tecnologie come il cloud o la connessione a internet in fibra ottica. Tali imprese sono consapevoli delle potenzialità del digitale ma, considerando anche la loro dimensione o il settore produttivo, hanno ancora difficoltà ad immaginare una vera e propria transizione verso il digitale.
- Costruttive (45,2% del totale): sono imprese che stanno cercando di individuare una propria “strategia digitale”, ad esempio provando a sfruttare le opportunità date dall’impiego di internet in mobilità (es: IoT e sensoristica da remoto).
- Sperimentatrici (22,5% del totale): sono imprese che stanno già sperimentando diverse soluzioni informatiche, in alcuni casi combinate tra loro, per ottenere vantaggi in termini di efficienza e produttività. Sono aziende che hanno fatto investimenti consistenti in tema di Big data, simulazione e robotica. Sono in prevalenza aziende con oltre 100 addetti e che coprono quasi il 38% del valore aggiunto totale.
- Mature (3,8% del totale): sono le imprese digitalmente “mature”, fanno un uso integrato delle tecnologie disponibili, e rappresentano il benchmark di riferimento per tutto il mondo dell’impresa.